Da Corita Kent, la suora della pop art, al Manifesto per lo Sviluppo Agile

elisabetta delponte
3 min readMar 8, 2021

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The stamp of Thoreau. Corita Kent, 1969. Per gentile concessione di corita.org

Nelle scorse settimane, parlando con le colleghe del gruppo di ricerca di Konica Minolta Global R&D, ho raccolto una serie di pensieri sull’importanza della ricerca come strumento di empowerment femminile. È stato un lavoro appassionante che mi ha fatto riflettere sul modo in cui, come donne, molte volte ci poniamo nel mondo del lavoro. Se da un lato è evidente che gli effetti della pandemia hanno avuto maggiore impatto sulle donne, è anche interessante notare che spesso siamo vittime dei nostri stessi pregiudizi. Ad esempio, essere ipercritiche nei confronti dei nostri stessi risultati ci danneggia, perchè ci rende meno sicure e propositive rispetto agli uomini.

Nella sezione dell’articolo dedicata al Manifesto per lo Sviluppo Agile di Software ho ripreso un concetto su cui riflettevo da tempo. I dodici principi del Software Agile sono stati ideati nel 2001 e raccolti in una dichiarazione firmata da 17 uomini. Solamente uomini. Non c’era neppure una donna, e, secondo diverse fonti, non si è mai saputo se ne fossero state invitate. Nonostante l’evidente sbilanciamento della sua origine, però, tutti concordano che alla base della metodologia agile ci siano inclusività, fiducia, collaborazione, abolizione delle strutture gerarchiche, accoglienza del cambiamento e della diversità. Insomma, sembra essere un concentrato di ispirazione di movimenti femministi. Come è stato possibile?

Leggendo la Storia Dimenticata del Femminismo nel Manifesto Agile ho capito che non possiamo pensare a questo documento come al risultato del lavoro di un piccolo gruppo di uomini bianchi in un week end di sci. Il Manifesto per lo sviluppo Agile, che è stato in grado di rivoluzionare il modo in cui da vent’anni in ogni parte del mondo si affrontano i grandi progetti di software, può essere pensato come la conseguenza in ambito informatico di una lunga evoluzione culturale partita da movimenti artistici e di design.

Il gruppo dei modernisti all’inizio del 1900 per la prima volta sovvertiva l’arte classica basata sui processi imitativi. Piuttosto che essere uno specchio della natura (e qui come non citare lui che camminava nei boschi con uno specchio appeso al collo), la rivoluzione del modernismo si basava sul raccontare la propria visione da uno specifico punto di vista. Una pratica che, in ambito agile, ricorda la necessità di creare le user stories.

E attraverso i diversi movimenti artistici prima e dopo le due guerre mondiali, arriviamo alla pop art degli anni ’60 del secolo scorso: ed è così che ho scoperto i lavori di Corita Kent, o Sister Mary Corita. La suora dell’Istituto del Cuore Immacolato di Maria di Los Angeles fu un’artista e un’insegnante capace di comunicare con le sue opere un innovativo messaggio educativo basato su fiducia, autodisciplina e lavoro di squadra. Suona famigliare? Ecco il confronto fra le regole della scuola d’arte di Corita Kent con i principi del Manifesto Agile.

Le Regole create da Corita Kent per i suoi studenti del Dipartimento di Arte confrontate con il Manifesto per lo Sviluppo Agile [source]

Anche se non ci sono dubbi sulle somiglianze fra i documenti, possiamo solo immaginare che i creatori del Manifesto per lo Sviluppo Agile di Software abbiano beneficiato della lunga evoluzione culturale di questi concetti e li abbiano così traslati con successo dal mondo del design e dell’arte a quello dell’informatica. La fiducia, il coraggio di cambiare e l’importanza della collaborazione erano idee associate molto più spesso alla creatività artistica piuttosto che alla produzione industriale tecnologica o alla programmazione software. E con l’Agile development questi concetti hanno trovato una nuova applicazione e, forse, ci indicano una strada su come affrontare le difficoltà, le incertezze e abbracciare con forza e determinazione i cambiamenti di ogni giorno.

Per maggiori informazioni:

Sister Corita Kent’s Rules For Creatives — Why they matter today [source]

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elisabetta delponte
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Written by elisabetta delponte

Full time communicative housewife, used to be a consultant, I am mum of A&B.

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